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Nel più ampio contesto della ricerca sul generativo, il testo guarda al diagramma come strumento di rottura dell'approccio fisicista al progetto e propone una riflessione sugli aspetti teorici e gli elementi di organizzazione generale dello spazio, che, discostandosi dalla cultura architettonica dominante, caratterizzano una nuova generazione di progettisti, prospettando nuove ipotesi di spazi architettonici e urbani per un abitare alternativo ibrido tra architettura e natura. Complessità e sostenibilità sono i due principi chiave entro i quali si inquadra tale riflessione: dalla complessità, per leggere e interpretare lo spazio lontano da logiche di semplificazione; dalla sostenibilità, per apprendere la capacità di negoziare continuamente, e in modo creativo, una molteplicità di variabili non preordinate. Gli scenari di ibridazione che ne derivano, delineando un nuovo e promettente orizzonte di ricerca progettuale lontano da logiche lineari di pura efficienza e ottimalità, fanno emergere ipotesi di spazi sempre più protesi verso il contesto, i cui tratti comuni sono identificabili nella generale apertura della forma, nella dimensione fluida delle relazioni e dei riferimenti culturali, nella compatibilità con il mondo naturale. Una sorta di nuova traiettoria "ecologica" del progetto, che si struttura principalmente lungo le linee di ricerca sul folding, lo swarming e il design degli spazi porosi.